10:45: S. Messa per il 30mo anniversario della beatificazione di fra’ Claudio Granzotto
17:00: Incontro delle consacrate dell'Ordo Virginum con il Vescovo
09:00: S. Messa per il Dialogo Ecumenico
Gli Istituti Secolari, dono recente dello Spirito alla Chiesa, rappresentano una nuova ed originale forma di vocazione e partecipazione all'espansione e alla crescita del Regno di Dio nel mondo.
Sorti all'inizio del secolo XX, hanno avuto il riconoscimento ufficiale della Chiesa nel 1947.
I membri, rimangono a pieno titolo nello stato laicale: sono cioè semplici battezzati, ma che in risposta ad una particolare chiamata, qualificano il loro stato di laici consacrandosi interamente a Dio con la professione dei consigli evangelici.
Consacrazione
La professione dei consigli evangelici radicalizza la consacrazione battesimale per una accresciuta esigenza di amore suscitata dallo Spirito Santo. Quella dei membri degli Istituti Secolari è quindi una forma di consacrazione vissuta in mezzo alle realtà temporali "per immettervi la forza dei consigli evangelici" (Paolo VI). Infatti essi, "vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo soprattutto operando all'interno di esso" (CDC can. 710).
Secolarità
"Secolarità" indica il permanere dei membri degli Istituti Secolari nel mondo, fra gli uomini del loro tempo, dei quali condividono condizioni, istanze, professioni... Consapevoli di dover "cambiare il mondo dal di dentro" (Giovanni Paolo II), collaborano con lo Spirito ad illuminare e ordinare le cose temporali al progetto di Dio in Cristo, perché tutto sia a lode e gloria della sua grazia.
La Chiesa è luce che deve illuminare visibilmente il mondo e il rapporto fra Chiesa e mondo è quello del lievito nella pasta: essa cioè è chiamata ad immergersi nel mondo, vivendo ed operando dove stanno gli uomini e dentro la loro storia, per farli fermentare secondo lo spirito del vangelo.
Lo specifico degli Istituti Secolari è quello di richiamarsi a questa ecclesiologia del lievito che, pur essendo propria di tutta la Chiesa, è vissuta da essi in modo peculiare.
Anche la secolarità è propria di tutta la Chiesa, ma il totale impegno per il mondo dei membri degli Istituti Secolari intende esprimerla in modo specifico.
Così essi costituiscono un segno vivente ed una sollecitazione permanente per tutta la Chiesa, perché tutta sia nel mondo e per il mondo.
I membri degli Istituti Secolari vivono da laici consacrati, portando a pienezza la propria specifica vocazione laicale e, collaborando a costruire la Chiesa, operano in essa da laici consacrati.
Condividendo le ordinarie condizioni degli uomini del loro tempo i laici consacrati partecipano pienamente all'opera di evangelizzazione propria di tutti i laici i quali "sono chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio" (LG 31).
Il loro comune carisma è allora quello di essere "lievito nella pasta" del mondo. Per questo scopo fanno di tutta la loro esistenza una missione permanente ovunque vivono, ovunque siano inseriti: famiglia, professione, strutture socio-politiche.
Tale carisma è poi ulteriormente arricchito da quello tipico del proprio Istituto.
I membri degli Istituti Secolari sono chiamati a vivere il radicalismo del Vangelo alla sequela di Cristo vergine, povero e obbediente, per essere nel mondo fermento e testimonianza dell'amore che Dio ha per esso.
La loro "castità dice al mondo che si può amare con il disinteresse e l'inesauribilità che attinge al cuore di Dio" (Paolo VI) e ci si può dedicare gioiosamente a tutti con cuore libero.
Questa libertà trova la sua sorgente e la sua forza in uno stato permanente di preghiera, di unione intima con Dio, di centralità di Cristo da cui tutto deriva e a cui tutto ritorna nella concretezza degli incontri e dei rapporti con gli altri.
La loro "povertà dice al mondo che si può vivere tra i beni temporali e si può usare dei mezzi della civiltà e del progresso senza farsi schiavi di nessuno di essi" (Paolo VI).
Il laico consacrato usa dei beni che è chiamato ad amministrare, con distacco interiore, valorizzandoli quali doni di Dio in modo che diventino segno di carità e di giustizia tra i fratelli. La povertà del laico consacrato è condivisione di tutto ciò che "è" e che "ha"con ogni povertà degli uomini del suo tempo. Questo lo impegna anche ad una costante lettura dei segni dei tempi avendo come criterio il discernimento della fede.
La loro "obbedienza dice al mondo che si può essere felici restando pienamente disponibili alla volontà di Dio, come appare dalla vita quotidiana, dai segni dei tempi e dalle esigenze di salvezza del mondo d'oggi" (Paolo VI).
Il laico consacrato si verifica costantemente nei confronti del Regno di Dio, per fare solamente ciò che risponde ad disegno di Dio su di lui.
Si abitua perciò all'ascolto della voce dello Spirito che risuona nella Parola, nelle indicazioni del Magistero, nel cammino della Chiesa locale nella quale vive e alla cui missione collabora, nella verifica con il proprio gruppo e i responsabili dell'Istituto di appartenenza, nel dovere quotidiano, nella storia degli uomini.
I membri degli Istituti Secolari, proprio perché in "diaspora", ossia in uno stato permanente di dispersione, alimentano nel loro spirito un vivo senso della comunione, che li faccia sentire appartenenti con i propri fratelli di ideale, ad una vera e propria comunità.
Attraverso un ricco pluralismo di forme e secondo la spiritualità propria, ogni Istituto promuove la crescita dei suoi membri nello spirito della fraternità evangelica. Accomuna però tutti, il quotidiano impegno a vivere la comunione, particolarmente con la testimonianza della carità e del servizio nella Chiesa e nel mondo.
L'organizzazione dei tempi per stare insieme e la scelta dei modi per sentirsi comunità sono indicati nelle Costituzioni dei singoli Istituti e affidati anche alla creatività dei suoi membri. Sono questi, momenti indispensabili, per una formazione specifica e permanente, per la riflessione e la preghiera comune, per l'approfondimento della propria spiritualità, per la verifica con i responsabili e con il gruppo di appartenenza.
La chiamata ad essere consacrati nel mondo richiede una particolare disponibilità interiore ad essere testimoni della missione della Chiesa nel mondo. "Prendere sul serio l'ordine naturale, lavorando per il suo perfezionamento e per la santificazione..." assumere in sé un atteggiamento di "rispetto verso la legittima autonomia del mondo, i suoi valori, e le sue leggi" sono, nelle indicazioni dì Paolo VI, caratteristiche fondamentali della vocazione secolare.
L'ispirazione interiore di chi sente questa particolare chiamata è "l'ansia profonda di una sintesi fra il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio secondo i consigli evangelici e l'assunzione di una piena responsabilità di una presenza e di una azione trasformatrice al di dentro del mondo per plasmarlo, perfezionarlo, santificarlo" (Paolo VI).
La "passione per il mondo" caratterizza l'orientamento di una scelta, provocata dall'esigenza di solidarietà, di condivisione con i. fratelli, di percezione chiara del valore salvifico che nasce dal quotidiano.
Il nucleo della vocazione secolare è costituito quindi dalla disponibilità a stare con gli altri in un progetto di vita di servizio, nell'espressione piena di radicalità evangelica garantita dalla consacrazione.
La passione per il mondo richiede contemporaneamente "una passione profonda per la Chiesa" così che la realizzazione del dialogo Chiesa-Mondo sia assunto come un compito specifico del laico-consacrato e si traduca in un impegno di corresponsabilità con la missione della Chiesa.
(altre informazioni sono nel sito degli Istituti Secolari del Triveneto)