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Archivio Storico DiocesanoLargo del Seminario, 2 - 31029 Vittorio Veneto (TV) tel. 0438/53489; fax 0438/950238; mail:
Orario di apertura, solo su appuntamento: martedì e mercoledì, ore 9.00-12.00; L'Archivio osserverà delle chiusure annuali fisse: tutto il mese di agosto e dal 24 dicembre al 6 gennaio compresi. Eventuali variazioni di chiusura-apertura dell'archivio verranno pubblicate sul sito o nella bacheca dell'archivio. Per chi avesse bisogno di certificati, questi i riferimenti. |
L'ingresso della nuova sede,
presso il Seminario Vescovile |
L'Archivio subì nei secoli passati vari saccheggi, dovuti alle invasioni barbariche prima dell'anno Mille, ai Trevigiani che nel 1199 incendiarono la Cattedrale con l'Archivio annesso, agli Ungari che occuparono il territorio fra il 1411 e il 1418[1].
L'Archivio Diocesano di Vittorio Veneto, in passato detto anche Archivio Vescovile e poi Archivio Curiale, ebbe la sua sede in luoghi diversi: dapprima presso il castello di San Martino, sede vescovile, poi nel periodo della soppressione napoleonica, nel Convento dei Francescani[2]; in seguito in una casa vicina alla Cattedrale e poi (forse dal 1908) in Seminario[3].
Per molti anni ha trovato spazio all'ultimo piano del Palazzo Ascoli-Zuliani, sede della Curia Vescovile. La sede definitiva, dal novembre 2006, è ospitata nuovamente dal Seminario Vescovile. I locali sono stati adeguatamente ristrutturati ed adeguati alle esigenze e alle normative archivistiche.
Presso il Seminario è a disposizione degli utenti anche una biblioteca di carattere storico-locale, quale supporto per la ricerca.
L'Archivio è denominato Archivio Diocesano perché l'ente cui fa riferimento è la Diocesi in tutte le sue istituzioni, nei suoi uffici e nelle sue attività.
Il materiale conservato copre uno spazio di tempo che va dal XII secolo sino ai giorni nostri.
Nell'Archivio sono confluiti anche documenti di altri enti ecclesiastici e non; alcuni di questi si trovano all'interno delle serie di Curia, altri formano veri e propri fondi aggregati.
Nella sua attuale configurazione l'Archivio si presenta suddiviso in quattro sezioni principali e distinte tra loro.
L'Archivio Vecchio, la cui denominazione risale all'ordinamento effettuato nel 1837 dal Canonico Cancelliere Giambattista Bortoluzzi su invito del vescovo mons. Antonio Bernardo Squarcina. Esso costituisce ancor oggi un valido strumento di corredo.
A tale data risalgono probabilmente già alcuni scarti.
Nell'Archivio Vecchio sono comprese le serie fondamentali degli Atti di Curia e quelle processuali suddivise secondo i criteri del "Repertorio" diviso in Referati e Rubriche.
La seconda sezione, denominata Archivio Moderno è frutto di ordinamenti recenti. Raccoglie la documentazione prodotta dai primi anni del 1800 sino al 1939; è disposta per Rubriche in sequenza cronologica.
In una terza sezione convenzionalmente chiamata Archivio Misto sono conservate alcune raccolte di atti provenienti dall'Archivio Vecchio e dall'Archivio Moderno, insieme a materiali di diversa provenienza.
Della quarta ed ultima sezione, Archivio Nuovo, fanno parte quelle serie che, sorte nella prima metà del secolo XX, in concomitanza col nascere dei relativi uffici di Curia, raccolgono la documentazione da questi prodotta insieme materiale di altra natura e provenienza di epoca precedente all'istituzione dei vari uffici.
Nell'Archivio Diocesano si conservano inoltre i seguenti fondi:
Mons. Angelo Maschietto se ne occupò per diversi anni, fino alla morte, avvenuta nel 1969.
Mons. Nilo Faldon viene nominato archivista nel 1966.
Mons. Rino Bechevolo viene nominato vice-archivista alla fine del 1969.
A don Emilio Scarton si deve il riordino dei duplicati della cancelleria.
Archivisti laici: dott.ssa Anna Botta, dott.ssa Mara Bove[4], dott.ssa Nadia Giacomini, dott.ssa Francesca Girardi.
[1] Guida degli Archivi diocesani d'Italia, II, Napoli 1994, pp. 306-310 (scheda a cura di N. Faldon).
Archivio della Curia vescovile di Vittorio Veneto. Progetto "Ecclesiae Venetae", tomo I, introduzione.
[3] Notizie orali raccolte da mons. Nilo Faldon.
[4] Improvvisamente scomparsa nell'anno 2000.