Convegno ecclesiale
 

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Abita la terra e vivi con fede

Testimoniamo e annunciamo l'amore di Dio per l'uomo



Convegno diocesano 2011-12 - Abita la terra e vivi con fede!

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pubblicato venerd́ 10 giugno 2011



Negli articoli precedenti si è parlato della preparazione del Convegno Diocesano e di che cosa il Convegno si propone. Può essere utile ora fare un cenno sull'atteggiamento da curare perché il Convegno realizzi il suo obiettivo. Alla nostra Chiesa diocesana, chiamata a convegno, è chiesto un triplice atteggiamento: di fede in Dio che ama il mondo e che guida con il suo Spirito il cammino di ogni generazione; di passione e amore per l'uomo di questo nostro tempo; di stima e amicizia tra di noi, come condizione per l'ascolto reciproco in vista della corresponsabilità per il Vangelo.

Con tali atteggiamenti ci è più facile assumere la prospettiva che vogliamo dare al nostro convenire. Non siamo chiamati, infatti, a ricercare chissà quali nuove strategie per rinnovare il nostro lavoro pastorale. Siamo piuttosto invitati a interrogarci su di noi, sul nostro modo di stare davanti a Dio e in mezzo agli uomini. Siamo posti in causa nel nostro essere e nel nostro vivere di chiesa fedele al Vangelo. Siamo chiamati a rinnovare il volto di chiesa famiglia, reale comunità, vera fraternità, corpo vivente.

Tutto questo viene sintetizzato dal titolo che abbiamo dato a questo evento ecclesiale. Esso riporta una breve frase del Salmo 37: "Abita la terra e vivi con fede!". Questo salmo è la preghiera di un credente che assiste sconcertato al successo di chi pratica l'ingiustizia ed è perciò tentato di dubitare della fedeltà di Dio alle sue promesse. Nelle parole del salmo è Dio stesso che risponde invitando il suo fedele a non disperare, ma a ritrovare sentimenti di fiducia e quindi di impegno responsabile.

L'invito che ci viene da questa frase è anzitutto quello di stare con responsabilità, con fiducia e con impegno nel tempo che è il nostro e di non lasciarci prendere dalla tentazione di fuggire dalla situazione in cui ci si trova. "Abita la terra", la terra in cui ti trovi, qualunque essa sia, carica di vita e di speranze, ma che a volte è anche una terra inospitale, la terra del deserto o dell'esilio: essa è l'unica in cui ti è dato di vivere oggi ed è quella in cui oggi il Signore vuole incontrarti e nella quale costruire il suo Regno. "Dio ha messo i cristiani in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare", afferma un autore cristiano del secondo secolo (Lettera a Diogneto, 6,10): è l'invito per noi ad aderire pienamente alla vita di oggi, per fecondarla con la Parola e per lasciarci interpellare profondamente da essa.

"E vivi con fede", invita il salmo. Abitare con fede la terra in cui ci si trova, significa condividere le gioie e le speranze, i dubbi, le incertezze e la sete di verità degli uomini e delle donne del proprio tempo, con l'identità propria di colui che già appartiene al Signore e attende di appartenervi definitivamente.

In questo momento, allora, non deve prevalere lo sconforto e il pessimismo, bensì la consapevolezza che Dio chiama e opera anche in quest' ora mediante nuovi appelli. Come l'appello fattoci ad Aquileia, nel maggio scorso, da Papa Benedetto XVI: «Siete chiamati a vivere con quell'atteggiamento carico di fede che viene descritto dalla Lettera a Diogneto: non rinnegate nulla del Vangelo in cui credete, ma state in mezzo agli altri uomini con simpatia, comunicando nel vostro stesso stile di vita quell'umanesimo che affonda le sue radici nel cristianesimo, tesi a costruire insieme a tutti gli uomini di buona volontà una "città" più umana, più giusta e solidale».

mons. Martino Zagonel






 
 
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