Mostra gli altri articoli sul Convegno ecclesiale diocesano 2011-12
pubblicato sabato 18 febbraio 2012
Si sono incontrate in 49 gruppi oltre cinquecento persone sensibili a quella che da ogni fronte viene oggi chiamata "emergenza educativa", tutte, pur con diversi ruoli, impegnate in questo campo per un confronto, alla luce dell'esperienza e della Parola, su quanto vivono, scoprono, avvertono urgente, faticoso o carico di prospettive e di speranza.
E pur riconoscendo fatiche e problematicità, hanno saputo identificare nella fede in Cristo, nella condivisione di un progetto comune, nelle esperienze positive vissute nei vari ambiti di vita, nelle relazioni buone, costruttive instaurate con bambini, ragazzi e famiglie, altrettanti punti di forza per lanciare in avanti impegno e speranza.
Alla terza fase del Convegno, dai gruppi viene consegnata una ricca riflessione a tutto campo - che sarà illustrata in apertura dei lavori - perché i convegnisti facciano un ulteriore passo avanti e possano discernere le linee matrici sulle quali lo Spirito invita la nostra Chiesa a camminare.
I gruppi convergono su molte piste, qualche accenno:
La cultura problematica nella quale siamo inseriti domanda ai cristiani un discernimento cordiale e attivo alla luce della Parola.
Genitori, formatori, educatori ad ogni livello si interrogano e sulla personale solidità di radicamento nei valori e nella fede, e sulla loro responsabilità di porsi come testimoni credibili, coerenti, capaci di un linguaggio - non solo verbale - che raggiunga le generazioni giovani a cui passare il testimone della speranza, dono di Cristo.
Da questa convinzione largamente condivisa discende la domanda di spazi significativi di formazione, in primo luogo per gli stessi adulti. Non si chiedono aggiornamenti solo teorici, ma percorsi anche esperienziali, nei quali il coinvolgimento diretto aiuti a radicare la fede nel tessuto della quotidianità.
Considerando che gli itinerari di formazione per bambini, ragazzi e giovani, nei quali sono impegnate molte energie, iniziative, forze propositive in ogni comunità della diocesi, non ottengono sempre i frutti sperati, ci si interroga con convinzione e disponibilità sulla necessità di ripensare la catechesi nelle forme, nei linguaggi, nelle esperienze condivise, nel coinvolgimento della famiglia, nella formazione di catechisti, formatori, adulti in genere.
suor Roberta Balduit