10:30: Partecipa al pellegrinaggio e celebra la S. Messa con i diaconi
15:00: Scioglimento del voto fatto alla Madonna della salute nel tempo del COVID
20:00: Incontro di formazione per Facilitatori dei gruppi sinodali
10:00: Incontro di assistenti parrocchiali e foraniali di AC con l'assistente generale
19:00: Incontro delle presidenze e del Consiglio diocesano di AC con mons. Giuliodori
19:00: S. Messa con l'Assistente generale di Azione Cattolica Italiana mons. Giuliodori
14:45: "Resti o scappi?" Reverse escape room
20:30: "Con gli occhi su di te". Adorazione eucaristica per le vocazioni
Giornata mondiale della Gioventù
09:00: Il Vescovo incontra i capi scout e celebra la Messa all'assemblea di zona AGESCI
10:45: S. Messa per il 30mo anniversario della beatificazione di fra’ Claudio Granzotto
16:30: La Cattedrale: una storia nella Storia
17:00: Inaugurazione della mostra Artisti per Papa Roncalli, Giovanni XXIII
20:00: Incontro di formazione per Facilitatori dei gruppi sinodali
15:00: Corso di aggiornamento IRC: La sfida della cittadinanza mondiale solidale
20:30: Tavola rotonda per i 110 anni del settimanale L'Azione
14:30: Incontro di formazione per i Ministri straordinari della Comunione
16:00: Vespri solenni per l'inizio dell'Anno Liturgico
17:00: Incontro delle consacrate dell'Ordo Virginum con il Vescovo
Omelia del vescovo Corrado Pizziolo alla messa di sabato 16 giugno, ore 17, in Cattedrale a Vittorio Veneto, per il raduno Triveneto degli Alpini in occasione del Centenario (1918-2018).
L’omelia del vescovo Pizziolo ha sviluppato i temi delle letture della XI domenica del tempo ordinario (Ez 17, 22-24; Sal 91; 2 Cor 5, 6-10; Mc 4, 26-34).
XI domenica del Tempo ordinario
S. Messa per gli Alpini nel 100° della fine della Grande Guerra
Tutte e tre le letture che abbiamo ascoltato ci offrono un messaggio di fiducia e di coraggio. Davvero buona notizia, buon messaggio: cioè, Vangelo.
Tutte e tre le letture ci dicono infatti che il regno di Dio è una forza che va avanti attraverso qualsiasi difficoltà e circostanza. Una forza che ha un dinamismo inarrestabile.
Fiducia e coraggio. E proprio per questo capacità di spendersi per il bene… di impegnarsi per obiettivi buoni. Pensavo in questi giorni a questo centenario della fine della prima guerra mondiale.
Qui - nel nostro territorio - quello è stato il periodo in assoluto più tragico. Certamente molte famiglie avevano lamentato la perdita di un loro caro al fronte. ma il fronte era lontano. Nel 1918 il fronte era qui; era il Piave; e questo territorio era occupato.
L’anno della fame. Migliaia di civili sono morti di stenti e di inedia. Altre migliaia hanno dovuto sfollare recandosi in territori già poveri e tribolati.
Anche dalla parte opposta del Piave molti hanno dovuto sfollare, ma sono andati profughi in un territorio che era rimasto italiano… fino alla Sicilia. Io ricordo di aver parlato con molti di loro e nessuno di loro ricordava male quel periodo, anzi ricordava di essere stato accolto come profugo con grande umanità. Questo avrebbe molto da insegnarci anche oggi: profughi accolti con umanità.
Anche da questa parte del Piave i profughi sono stati accolti, ma per tanti aspetti con maggior difficoltà - potremmo dire - con eroicità, da popolazioni già loro stesse stremate e private di ogni bene.
E questo per dire che anche in situazioni terribili e umanamente senza prospettiva, ha potuto manifestarsi un germe, un frutto di bene.
Paradossalmente si è ripetuta quella sproporzione che abbiamo visto nelle letture: proprio nel momento peggiore e più tragico, quello della guerra (perché la guerra è davvero la somma di tutti i mali), proprio in questo momento di male, il Signore è stato capace di far fiorire gesti di bontà, di solidarietà, di bene, assolutamente insperati e sorprendenti.
Il Signore sa scrivere dritto anche fra le nostre righe storte. Mai ci fu un proverbio più vero. Questo non per dire che dobbiamo allora scrivere apposta in maniera storta e sbagliata. Ma non dobbiamo perderci di coraggio e di fiducia anche in mezzo ai momenti di difficoltà e di disorientamento.
Se noi, di fronte alle cose che non vanno bene (e ce ne sono tante, oggi come ieri) dicessimo: "Qui tutto va storto. È meglio che anch’io, che anche noi rinunciamo ad impegnarci, perché è inutile… tanto tutto andrà male"; se dicessimo così, verremo meno alla nostra fede nel Vangelo di Gesù, il quale ci invita a mantenere ferma la nostra fede, cioè la fiducia e la speranza, anche nel momento dell’esilio, cioè nel momento della prova.
In questo senso molti di coloro che hanno fatto parte del corpo degli Alpini, sia nel momento della guerra, sia nel momento della pace, ci possono essere di aiuto e di testimonianza. Anche nel momento della guerra, anche in mezzo alla tragedia della violenza, molti dei nostri Alpini hanno saputo testimoniare eroicamente una fedeltà al loro dovere, ma soprattutto una fraternità e una solidarietà umana davvero esemplari. E, più ancora, dopo i vari conflitti che hanno insanguinato i nostri paesi, il corpo degli Alpini ha saputo vivere e trasmettere un messaggio di fraternità, di solidarietà, di aiuto a chi si trovava nella situazione del bisogno.
Anche (e specialmente) nei momenti di prova e di difficoltà molti Alpini hanno saputo tirar fuori dal loro cuore delle risorse di aiuto, di vicinanza, di solidarietà concreta con chi era nel bisogno.
Vi incoraggio, cari Alpini, anche in questo centenario che ricordiamo oggi, non solo a portare avanti il valore della pace contro la guerra e la violenza, ma anche a mantenere coraggio e fiducia in questi valori di solidarietà concreta e di aiuto fraterno che caratterizzano il vostro corpo. Un aiuto fraterno che non guarda alle simpatie o alle provenienze, ma che va incontro con prontezza e generosità a chi vive momenti di sofferenza e di bisogno.
Ci vogliono motivazioni alte, motivazioni - alla fin fine - di fede e di speranza autentiche per far questo.
Chiediamo al Signore che sostenga nel vostro cuore queste motivazioni e le facce sorgere del cuore anche di altre persone, in modo particolare dei giovani, in maniera che non cadano dell’indifferenza e nello scoraggiamento, ma scoprano anch’essi la bellezza e la gioia del donare, a chi è nel bisogno, aiuto e fraternità.