Associazioni laicali - Articoli
 

carattere piccolo carattere normale carattere grande

La relazione del Presidente del NOI alla Festa Territoriale 2010

Mostra tutti gli articoli sulle Aggregazioni laicali


pubblicato marted́ 4 gennaio 2011



Susegana, domenica 12 settembre 2010


Come per i ragazzi (figli), così anche per la nostra associazione, ci si accorge che cresce solo se ci si ferma a pensare com'era fino a poco prima. Perché avendo i ragazzi (o i figli) sempre sott'occhio i cambiamenti risultano impercettibili.

Una delle cose belle della festa territoriale di NOI Vittorio Veneto è proprio questa: fermarci e guardare la strada che stiamo facendo. Presi dalle tante cose e dalle tante fatiche della vita di un circolo, rischiamo ci resti addosso solo l'impegno e la sensazione di uno sforzo continuo; ma fermandoci possiamo anche godere di quanto quello sforzo ha prodotto. Il frutto!

Anche l'anno pastorale che abbiamo chiuso ci dà sì motivi di riflessione, ma anche di soddisfazione.


Su tutto, spicca un evento importantissimo che vale la pena rimarcare ancora una volta. Meno di un anno fa il vescovo Corrado ci ha riconosciuti, con tutti gli effetti canonici, un'associazione della Chiesa diocesana. È riconosciuto ufficialmente, dalla nostra Chiesa, come il progetto di promozione sociale, che sta alla base del nostro lavorare insieme, sia espressione della vita evangelica del cristiano e componente importante per edificare la nostra Chiesa.

Si tratta di un patto di fedeltà reciproca: NOI possiamo contare sulla fiducia e l'appoggio dei nostri pastori e la Chiesa può contare sulla nostra sintonia per rendere il Vangelo concretamente presente nella vita delle nostre comunità ecclesiali.

Questo è il nodo che deve sempre starci a cuore: il nostro servizio alla Chiesa.

Negli ultimi anni siamo cresciuti molto come associazione. Il numero dei nostri tesserati negli ultimi 5 anni è cresciuto del 20%, passando dai circa 6400 del 2006 agli attuali 7760, in costante crescita. Ma i numeri resterebbero cosa vuota se non crescesse anche il nostro apporto generoso alla vita della Chiesa. Questa rimane la nostra sfida permanente, ancor più dal novembre scorso.

Le nostre comunità parrocchiali hanno sempre bisogno di crescere nella capacità di vivere relazioni vere e di famiglia. Condividere i vari aspetti della vita quotidiana in spirito di collaborazione e fraternità (la festa e il lavoro, gli affetti e le fragilità, la conoscenza e le radici della nostra comunità, la partecipazione alla vita sociale) è una esigenza espressa chiaramente dalla Chiesa italiana, e NOI dobbiamo metterci a servizio di questa esigenza per due motivi: perché siamo Chiesa e perché - ve lo dico spesso - abbiamo una struttura associativa piena di mezzi adattissimi a rispondere proprio a questo tipo di esigenza.

NOI ha come sua campo di lavoro proprio la quotidianità della vita dell'uomo - specie dei ragazzi - in tutte le sue dimensioni; NOI ha come orizzonte e meta la Parola del Vangelo che rende tutti fratelli; NOI ha come metodo di lavoro la collaborazione democratica di tutti, ciascuno con la propria responsabilità; NOI ha come strumento privilegiato l'oratorio, il luogo della comunità.

Fintanto che teniamo presente questa nostra identità, saremo uno "strumento preziosissimo" nella Chiesa.


Un altro aspetto ha caratterizzato la nostra vita associativa negli ultimi due anni in particolare, e probabilmente la caratterizzerà anche in futuro: lo sforzo di chiarezza che l'amministrazione pubblica sta facendo nel variegato mondo delle associazioni, che diventa poi il nostro sforzo di rendere trasparente l'amministrazione dei nostri circoli ed oratori.

So bene che a volte questo tipo di richieste spaventa, talvolta perfino scoraggia, ma è anche vero che spesso rappresenta uno stimolo in più ad operare con metodo, e questo non guasta, anzi rende anche più fecondi i nostri sforzi.

Il tempo che viviamo è esigente - è vero - ma ci dà anche l'occasione per operare un cambio, che potremmo definire culturale, nel modo di vivere il nostro volontariato associativo in parrocchia, un cambio in senso più professionale. Non per fare nel nostro impegno un lavoro, né tanto meno un obbligo o qualcosa che invade la nostra vita in ogni suo momento, ma per svolgere la nostra azione pastorale con uno stile di professionalità: cioè con metodo, progettazione e passione.

Questo testimonia più di tante altre cose quanto crediamo in quello che facciamo. Fare i consigli direttivi, redigere i verbali, tenere la contabilità, rispondere alle normative, tenere alla trasparenza... oltre che rappresentare una forma alta di educazione alla legalità (oggi sempre più necessaria), ci aiuta a meritare la fiducia degli altri.

Accettare la sfida di questo "cambiamento culturale" è fatto che nasce da una passione giovane, origine anche di grande vitalità; noto infatti che tra i circoli la vitalità e la professionalità vanno quasi sempre a braccetto. Mentre la tendenza alla scorciatoia si accompagna spesso ad una vita associativa che si accontenta di girare al minimo. (Ma voi che siete qui sapete bene queste cose!)


Occorre formazione, lo sento spesso anche da voi girando per i circoli. Come comitato territoriale abbiamo cominciato ad offrirla, sui vari fronti. Molto c'è ancora da fare, lo sappiamo, ma perché vi sia frutto dobbiamo farlo insieme.

Anche questa nostra festa, fin dalla prima edizione, si preoccupa della formazione attraverso laboratori di confronto e riflessione su temi di oratorio. E anche quest'anno vi proponiamo di arricchirci a vicenda:

  • L'oratorio è un luogo, uno spazio di incontro e condivisione; oggi sono molti gli spazi e i luoghi di incontro, a volte funzionano anche meglio degli oratori. Con Valerio di Oderzo un gruppo si confronterà su che tipo di spazio è, o dovrebbe essere, l'oratorio per rispondere meglio alla propria "vocazione".
  • Dicevamo che serve un cambiamento culturale nel nostro essere associazione... anche perché il nostro essere associazione vuole incidere sulla cultura del nostro tempo. Con Andrea di Ogliano un gruppo rifletterà sul rapporto tra oratorio e cultura.
  • Lo abbiamo sperimentato spesso: è "l'unione che fa la forza" o, per dirlo con i termini di questa festa, "insieme dà più frutto"! Con me un gruppo rifletterà sui temi della partecipazione e della democrazia associativa.

Anche la riflessione condivisa e il confronto sono un momento di festa. Da vivere con gioia ed entusiasmo perché utile a rendere più fresche e vive le nostre comunità!

Buona festa territoriale a tutti NOI!

don Paolo Cester





 
 
Diocesi di Vittorio Veneto © 2006-2024 - revisione: 19/12/2008info sui cookie  -  contattateci