Arte Sacra e i Beni Culturali
 

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Un crocifisso straordinario

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pubblicato mercoledì 21 marzo 2012



Straordinario. Se un aggettivo si può usare per descrivere il crocifisso della pieve di Sant'Andrea, è questo. Lo si immaginava, se ne ha la certezza a conclusione del restauro compiuto in tre anni di lavoro.

«Era evidente un problema conservativo - spiega Cristina Falsarella, direttrice dell'Ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali ecclesiastici - ma non si partiva per la mancanza di fondi. Quando, nel 2008, il Lions Club di Vittorio Veneto si è assunto l'impegno finanziario con un service, si è deciso di procedere, partendo innanzitutto dalla diagnostica, che purtroppo spesso per questioni di tempo o di costi viene tralasciata e invece è fondamentale per capire veramente l'opera su cui si va ad intervenire».

Consapevole della particolarità di questo crocifisso ligneo, Marta Mazza, funzionario della Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etnoantropologici e direttore dei lavori, ha ben presto coinvolto i colleghi Elisabetta Francescutti, storica dell'arte, e Angelo Pizzolungo, restauratore, esperti in crocifissi medievali, così pure Luca Mor, studioso di crocifissi dolorosi trecenteschi, il quale ha confermato l'eccezionalità del manufatto, il più significativo in Veneto insieme a quello di Chioggia.

«Quando ci siamo trovati a tu per tu con il crocifisso - continua Cristina Falsarella - abbiamo capito la straordinarietà dell'opera, nella sua tipologia medievale di Cristo doloroso con i segni evidenti del martirio, il torso cavo, la bocca socchiusa, i particolari del modellato come i riccioli a tuttotondo della barba, il ventre rigonfio, il fiotto di sangue uscente dal costato... un'interpretazione toccante delle parole di Giovanni (19, 30): "Tutto è compiuto".

Di fronte all'eccezionalità del manufatto, si è quindi inteso procedere a una radiografia, resa possibile grazie al contributo diretto di Banca Prealpi, filiale di Vittorio Veneto, e dell'Ufficio per l'arte sacra e curata dall'esperto emiliano Davide Bussolari; quindi, si è resa necessaria un'indagine endoscopica per indagare le cavità del torso e della testa e comprendere la struttura costruttiva della scultura: l'operazione, resa possibile grazie all'interessamento del dottor Gianantonio Dei Tos e alla disponibilità dell'Ulss 7, è stata eseguita dal dottor Giampietro Lollo insieme alla sua équipe, la quale ha operato presso il laboratorio di restauro con la propria strumentazione. È stato un momento davvero esaltante, anche per l'eccezionalità della sinergia tra soggetti così diversi, tutti impegnati, ognuno per la propria competenza, nella cura di questa preziosa opera d'arte sacra».

La diagnostica ha quindi aiutato a mirare l'intervento di restauro, svolto da Paola De Santis della ditta La.re.co. di Vittorio Veneto: il consolidamento, la pulitura, la rimozione delle ridipinture sugli incarnati e sul perizoma, le integrazioni pittoriche.

Il Cristo è stato quindi ricollocato sulla sua croce nel presbiterio nella pieve. «Stiamo valutando - anticipa Cristina Falsarella - di sostituire la croce con un'altra che riprenda la forma di quella originaria che, a detta degli esperti, doveva avere una forma molto particolare; a questo si accennerà la sera della presentazione».

Il restauro verrà presentato con una cerimonia venerdì 9 marzo, alle 20.30, nella Pieve di Sant'Andrea.

«L'inaugurazione in realtà è solo il punto di partenza - chiarisce Falsarella -; bisogna prevedere in futuro diverse iniziative di valorizzazione: venerdì 9 a tutti i presenti verrà donato un piccolo quaderno in cui si riassume il lavoro svolto e si presentano alcune ipotesi in merito. Il primo passo dovrà necessariamente essere uno studio approfondito dell'archivio di Serravalle e di Sant'Andrea, al fine di comprendere meglio l'oggetto, non ultima la questione della collocazione originaria; infatti se è certo che il crocifisso è stato trasferito da Serravalle nel 1957, non è da escludere che in tempi più lontani abbia compiuto il percorso inverso. A ciò dovrà seguire uno studio sul manufatto, in relazione anche al contesto storico che l'ha prodotto e ad altri esemplari. Potrebbe essere interessante proporre delle attività con le scuole e una mostra, nella speranza magari che nel 2013 il 1700º anniversario dell'Editto di Costantino diventi un incentivo per l'avvio di questo progetto. Intanto, siamo ben felici di comunicare che già il 18 maggio prossimo il nostro prezioso crocifisso sarà oggetto di una specifica trattazione del dottor Luca Mor, in occasione di un convegno internazionale sui crocifissi, che si terrà alle gallerie dell'Accademia di Venezia».

Alessandro Toffoli

 

 

(da L'Azione, del 4/3/2012)




 
 
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