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L'orfanotrofio di Marovoay dal 2010 ad oggi

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pubblicato lunedì 18 novembre 2013



Siamo a novembre e padre don Bruno dall'Acqua, missionario carmelitano in Madagascar, ci aggiorna sull’andamento di un progetto di aiuto agli orfani. Interessante cogliere i miglioramenti e lo sviluppo anche avviene grazie ai padri e agli innumerevoli aiuti che arrivano anche dalla nostra Diocesi.

 

La famiglia al completo

Prima dell’anno scolastico 2010/2011 erano cinque i bambini seguiti da Padre Bruno grazie agli aiuti dall’Italia: vivevano da soli, lavavano, cucinavo e Suor Lucie si occupava di procurare il necessario per la scuola, i vestiti, il cibo.

Il 26 agosto 2010 è arrivata Madè Niry a vivere con loro, ma ancora non c’era una casa pronta ad accogliere lei e i bambini: erano ospiti di una scuola materna non più utilizzata. In quel momento i bimbi diventarono nove. I motivi per i quali questi bambini sono stati accolti sono: morte della madre, del padre o di entrambi i genitori, prigionia del padre, cecità della madre.

Dopo un anno, il 26 luglio 2011, Niry e i ragazzi si sono traferiti ad Ambovomavo dove è stata costruita una casa apposta per loro (grazie all’aiuto ricevuto): un refettorio, due dormitori, uno per le “filles” e uno per i “...”, la cucina (senza gas ma con i bracieri per il carbone, il magazzino, una camera per Niry, 4 bagni ed altrettante docce e il giardino. In quell’anno i ragazzi erano 18 ma l’anno scorso sono scesi a 14: qualcuno si è fidanzato, qualcuno ha lasciato gli studi e qualcuno è tornato dalla famiglia.

La casa e il giardino

Una giornata tipo di questi ragazzi prevede la sveglia alle 6 anche se i più grandi si alzano spesso a studiare e, quando Niry è molto stanca o malata, si occupano loro del riso per la colazione. Quando si svegliano mangiano poi si preparano per andare a scuola. A mezzogiorno si pranza (è Niry che prepara) poi i bimbi lavano i piatti, spazzano il refettorio e giocano un po’ prima di rientrare a scuola. Quando escono al pomeriggio prendono i secchi e vanno a prendere l’acqua (non ci sono ne acqua corrente ne luce all’orfanotrofio, ci sono i pannelli solari ma la batteria non è abbastanza potente e a volte si scarica) finché i bidoni dei bagni e della cucina non sono pieni. Poi si prepara la tavola per la cena, tra le 6 e le 7 si mangia e si sistemano refettorio e cucina. Ancora qualche gioco e poi a letto. Il sabato anche i bimbi (i più grandi) lavano i vestiti e aiutano Niry mentre la domenica si va a messa e ci si riposa.

La camera delle ragazze

Tra i vari casi ad esempio Marinah senza papà con la mamma un po’ “squilibrata”, da quando la bambina è passata da noi, ha avuto un bella evoluzione così da è stata promossa all’esame cosa impossibile prima e pure la mamma è più srena vedendo e seguendo la figlia che è ben tenuta, prima viveva al mercato con la mamma sotto un riparo di fortuna.

Quest’anno il 1° maggio i ragazzi sono stati al mare a Mahajanga. Molti non erano mai stati al mare ma, dopo qualche attimo di stupore, si sono ambientati e hanno fatto il bagno e giocato senza paura. Hanno pranzato in spiaggia e poi hanno mangiato il gelato sul lungomare.

Il 27 luglio invece sono andati in gita al parco naturale di Ankarafantsika: hanno visto lemuri di tante razze, alberi tipici e i caratteristici baobab.

padre Bruno Dall'Acqua




 
 
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