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pubblicato lunedì 23 ottobre 2006
Di ritorno dall'esperienza brasiliana eccomi qui a raccontare brevemente quelle che sono state le emozioni vissute durante tutto il tempo trascorso in quelle piccole comunità a sud del grande stato della Bahia. Non è sicuramente facile perché in un mese si vedono e si sentono veramente tante cose…
Dopo un viaggio di molte ore siamo arrivati nella diocesi di Caititè, precisamente nella parrocchia di Guanambì dove siamo stati ospitati da alcune famiglie per tutto il periodo che abbiamo vissuto lì.
In Guanambì abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con Don Antonio Pianca e con Imelda Bornia due nostri diocesani che vivono lì da molti anni.
Con Imelda abbiamo potuto partecipare a due Progetti di cui lei stessa ne è la promotrice :Monte Pascoal e Sol Nascente, due progetti ai quali partecipano bambini dai 6 ai 13 anni. Questi offrono loro la possibilità di crescere molto tempo lontani dalla strada, di essere seguiti da delle educatrici e di mangiare un pasto caldo che spesso per molti è l'unico della giornata. Abbiamo potuto giocare con loro e conoscere più da vicino la loro difficile realtà quotidiana. Uno dei momenti più forti vissuti sono state le serate di preghiera organizzate nelle case dei bambini che chiedono di preparasi al sacramento del battesimo. Dopo una breve accoglienza e qualche momento di gioco in un posto più o meno centrale del bairo, che i bambini per la maggior parte raggiungevano da soli al buio, ci dirigevamo ogni sera in una casa diversa in modo da coinvolgere la famiglia (non abbiamo mai incontrato i papà perché sono tutti emigrati a San Paolo o in altre grandi città per cercare lavoro…). Naturalmente le case erano molto piccole e vuote ma la presenza di tutti quei bambini (credo quasi una trentina) che si cercavano un pezzetto di pavimento o uno scalino per sedersi dava calore a tutte le case, un calore che qui da noi è spesso dimenticato…
Oltre che a Guanambì abbiamo passato anche molti momenti ricchi di emozione a Candiba, parrocchia dove tutt'ora vive e lavora Don Massimo Bazzichetto. In quella zona, abbiamo conosciuto molta gente e potuto ascoltare le loro storie, vedere con i nostri occhi le loro lotte quotidiane per cercare di vivere degnamente senza dover vendersi ai politici che promettono tutto pur di avere il loro voto. Abbiamo visitato nella campagna alcune famiglie che vivono veramente in condizioni precarie:gente che non ha nemmeno il bagno in casa, che cucina ancora sopra un ripiano di pietra; gente che ha da poco avuto in dono una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, che vive tutto l'anno con la stessa misurata solo per bere, lavarsi e cucinare (forse qualcuno non ci crederà ma l'incredibile è che anche in Brasile siamo nel 2006!).
Sarebbero veramente tante le cose da dire!! Ogni avventura che abbiamo vissuto lì vale la pena che sia raccontata e che abbia la sua importanza ma come potete immaginare sono veramente tante per scriverle in un articolo.
Alla fine di questa esperienza penso che ognuno di noi ormai tramite racconti, riviste, televisione e in generale tutti i mass-media ha un'idea di come si presenta questa terra, come si vive, quali povertà e ricchezze offre, ma poter essere lì, vedere con i tuoi occhi, sentire con il tuo cuore e vivere con la gente ogni giorno ti arricchisce, ti cambia, è un'esperienza che entra a far parte di te e che non puoi fare a meno di condividere con gli altri e il pensiero non ti abbandona più.
Sara Casagrande