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pubblicato mercoledì 18 ottobre 2006
Da alcuni anni a questa parte nella nostra nazione viene riproposto il problema dell'esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici. Al proposito il Consiglio di Stato, nella sentenza n. 556 del 13 febbraio 2006, ha riconosciuto che "…il crocifisso è atto ad esprimere […] l'origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell'autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana" e un'amministrazione comunale, nel provvedere al rinnovo dell'arredamento degli edifici scolastici, ha voluto annoverare tra le altre cose anche l'acquisto dei crocifissi che verranno apposti in tutte le aule che ne siano sprovviste, motivando tale scelta con l'importanza che il Crocifisso rappresenta nella storia e nella cultura italiane, nonché nella vita della maggioranza della popolazione.
Tuttavia i tentativi d'oblio della croce non conoscono tregua: infatti, nei giorni scorsi é stata portata all'attenzione di questa Commissione la tematica riguardo l'iconografia che appare sulle epigrafi, attraverso le quali i familiari danno la notizia della morte dei loro congiunti, e sulle immagini che vengono apposte sulle lapidi delle tombe. Sembra che sempre più si stia diffondendo la prassi di sostituire la tradizionale croce con volti di santi o di beati: S. Pio da Pietrelcina, Beato Giovanni XXIII.
Questa volta sembra si tratti solo di una campagna commerciale forse volta ad abbellire le epigrafi con immagini cariche di colore, le quali avrebbero lo scopo e la pretesa di rendere meno lugubre e 'traumatica' la notizia della morte. Tuttavia siamo anche coscienti dei rischi che, a lungo andare, questa prassi potrebbe inculcare sulla fede professata dai cattolici, della confusione che potrebbe ingenerare nel dialogo con i cristiani di altra confessione e della difficoltà ad annunciare il mistero pasquale ai fedeli di altre religioni e ai non credenti.
Pertanto questa Commissione, desiderando porsi in ascolto del sentire della gente a questo proposito, invita i Reverendi Parroci a segnalare eventuali usi impropri delle immagini sacre e, qualora ne ravvisino la necessità, a svolgere opera di catechesi sull'insostituibile efficacia salvifica della croce di Cristo, cogliendo l'occasione delle prossime Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti.
Vittorio Veneto, 14 settembre 2006
Festa dell'Esaltazione della Santa Croce
a nome della Commissione,
don Giuseppe Gerlin