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pubblicato luned́ 7 marzo 2011
Questa la testimonianza fatta dalla coppia di freschi sposi, all’incontro del 18 febbraio a Fratta di Oderzo tra il vescovo Corrado ed i fidanzati della Diocesi.
Ciao a tutti. Siamo Lorena e Paolo, sposi da poco più di 4 mesi, perciò ancora strettamente legati all’esperienza del tempo di grazia qual è il fidanzamento.
Fidanzamento che abbiamo avuto la fortuna di vivere anche partecipando al cammino dell’Azione Cattolica diocesana per 4 anni.
Ci sembra strano, essere qui questa sera a raccontarvi in breve la nostra esperienza. Lo scorso anno eravamo seduti come lo siete voi ora!
Non neghiamo la difficoltà incontrata nel cercare di esprimere a parole la fecondità e la missionarietà che abbiamo vissuto e sperimentato quotidianamente in questi anni.
La nostra è stata una storia un po’ a distanza, nel senso che i nostri paesi di origine sono divisi da 50 Km. Durante la settimana era molto difficile incontrarci: il lavoro, gli impegni in parrocchia,la strada, la stanchezza..
Così, dal lunedì al venerdì il telefono era il nostro modo per dialogare, per stare insieme, condividere il nostro quotidiano. Abbiamo sempre vissuto il fine settimana con grande gioia, come un momento da vivere con intensità,una ricarica per le fatiche della settimana.
In quei giorni non abbiamo mai fatto niente di straordinario,i gesti più semplici e quotidiani; parlare guardandoci negli occhi, scambiarci un bacio, fare una passeggiata, condividere la Santa Messa domenicale, ci permetteva di essere dono l’uno per l’altro.
Senza dubbio ci sono stati vari momenti di incomprensione e scontro che hanno messo a nudo le nostre fragilità, le nostre debolezze, ma tutto questo ci è servito per conoscerci e non dare per scontato che l’altro possa sempre capirci. Importante è tener presente che il cammino è fatto da due persone, che non sempre hanno la stessa andatura, perciò se necessario, chi cammina più veloce, deve saper aspettare l’altro, rispettare i suoi tempi.
Di grande aiuto è stata l’ esperienza del dialogo e della condivisione fatta con altre coppie di fidanzati, che ci ha permesso di affrontare e far affrontare con occhi diversi le varie tappe della vita di coppia.
Nei 5 anni di fidanzamento, abbiamo avuto modo di impegnarci attivamente nelle nostre parrocchie, con diversi servizi. La presenza del partner è stata un importante sostegno e un continuo stimolo, a fare meglio e di più.
Con una persona accanto che ci ama, e ci sa incoraggiare risulta molto più semplice aprirci ad esperienze nuove e a volte impegnative. Paolo, poco dopo l’inizio della nostra storia, ha scelto di diventare animatore dell’ azione cattolica; io sono stata aiutata da lui, nel mio non sempre facile ruolo in commissione foraniale.
Quando si parla di missionarietà vengono spesso alla mente luoghi lontani come Africa, America del Sud, luoghi poveri che necessitano di aiuti.
Nella nostra breve esperienza del viaggio di nozze in Brasile abbiamo sperimentato che spesso la vita lì, ha un sapore diverso.
Si vive con poco, ma non manca mai il sorriso sulle labbra; nelle case manca quasi tutto, ma non manca l’ospitalità, il condividere quel poco che c’è. La vita ha gioia, ma allo stesso tempo, è faticosa, quasi sempre in salita, in pochi sono chiamati a questa vocazione così radicale.
Missione però non significa solamente questo, infatti anche le coppie di fidanzati e gli sposi che vivono nella normalità del quotidiano, in parrocchia, a scuola, nel luogo di lavoro, possono sperimentare in molti modi la missionarietà.
Regalare del tempo ad amici in difficoltà, testimoniare la nostra fede a gruppi di giovani e ragazzi delle nostre parrocchie, indirizzare amici ad aprire i propri orizzonti con esperienze alternative dalle solite vacanze, queste sono piccole ma concrete esperienze di missione che spesso non ci accorgiamo nemmeno di compiere.
Poi nel nostro piccolo ci siamo sentiti missionari nel testimoniare, con semplicità e gioia, a giovani come noi, che è bello e possibile amare una persona e potersi impegnare con lei per una vita insieme.
Nel cammino da fidanzati abbiamo sempre cercato di capire, non senza difficoltà e confidando nella preghiera, cosa il Signore chiedesse alla nostra storia. Questo ci ha portato a fare delle esperienze diverse dal comune ed inaspettate, come se ci avesse guidato la mano di “Qualcuno” (con la Q maiuscola) sopra di noi; come ad esempio visitare la comunità di Nomadelfia a noi ora molto cara; una realtà che vive come le prime comunità cristiane descritte negli Atti degli Apostoli.
Questo pensiero che ci ha accompagnati nel cammino di fidanzati, ora da sposi esige un nuovo passo, la testimonianza si fa più impegnativa, perché ci siamo promessi con l’aiuto della fede in Cristo di essere una famiglia aperta e accogliente con chi ci sta vicino e di continuare a cercare concretamente la nostra vocazione, perché essere sposi non è un punto di arrivo, ma una nuova partenza.
In questi primi mesi di matrimonio, ci stiamo accorgendo che c’è una continuità tra quanto stiamo vivendo ora, con ciò che abbiamo costruito nel periodo di fidanzamento.
Questa testimonianza ci ha fatto scoprire quanti piccoli e fecondi gesti abbiamo saputo e sappiamo donarci ogni giorno.
Lorena e Paolo