Pastorale della famiglia
 

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Un commento sulle relazioni di sabato e domenica

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pubblicato venerd́ 1 febbraio 2008



Sabato 26 e domenica 27, un buon numero di persone ha approfittato dell'ottima occasione offerta dall'Ufficio diocesano di Pastorale Familiare, lasciandosi coinvolgere in un tema quanto mai attuale per le famiglie, cogliendo le provocazioni e gli spunti offerti dai relatori e mettendosi in gioco come soggetti attivi. Il Convegno infatti poneva l'attenzione sulla famiglia in un contesto di "emergenza educativa".

La prima relazione è stata fatta dal prof. Lamberto Pillonetto, dirigente scolastico di una scuola con oltre 1100 alunni. Egli ha richiamato e problematizzato gli interventi anche recenti del Papa, del Card. Caffarra e del Ministro Fioroni circa "l'emergenza educativa", mettendo in evidenza una situazione che rimanda all'importanza decisiva che ha l'educazione per la persona in tutto il corso della sua vita ed evidenziando l'opportunità di ritrovare un sicuro ancoraggio nei valori fondamentali, da cui la necessità di una responsabilità condivisa, di una passione educativa tra i membri di una stessa comunità umana, chiamata ad educare i giovani che diventeranno uomini e donne adulti, autonomi e responsabili.

Con gli scritti di don Lorenzo Milani il prof. Pillonetto ci ha aiutato a riflettere sulle qualità dell'educatore e sulle finalità del servizio educativo: portare tutti all'eccellenza, non come risultato assoluto da un punto di vista scolastico prima e lavorativo poi, ma come il miglior risultato che ciascuno può ottenere mettendo a frutto i propri talenti.

Nello stesso pomeriggio di sabato la dr.ssa Franca Da Re, si è soffermata sui contenuti, modalità e strumenti dell'agire educativo. La Dirigente ha ribadito innanzitutto il compito di socializzazione primaria spettante alla famiglia e che consiste nel dare giuste regole di comportamento, nel rispetto di sé e degli altri. La socializzazione secondaria, cioè l'esercizio delle regole di convivenza in un gruppo al di fuori della famiglia, spetta soprattutto alla scuola, importante palestra di vita sociale.

La famiglia e ogni altro educatore, hanno tre potenti strumenti da usare: la parola, l'ascolto e l'esempio.

Tra le varie proposte di sinergia educativa, si suggeriva la sorveglianza sui media e sui messaggi di ogni genere che giungono ai nostri ragazzi e di lavorare con loro al fine di far crescere il senso critico. L'alleanza tra tutte le agenzie educative, essenziale per conseguire un buon risultato, potrebbe realizzarsi anche attraverso la riscoperta della funzione originale degli organi collegiali della scuola come strumenti di condivisione dei valori fondamentali.

La mattina di domenica è stata riservata all'ascolto e al dialogo con la dott.ssa Ina Siviglia, docente di Antropologia alla Facoltà di Teologia di Palermo. La dott.ssa Siviglia, con un linguaggio forte e avvalorato dalla sua testimonianza personale, ci ha invitato a riflettere sulla famiglia come "evento", dove l'amore che accade dà origine ad ogni donazione, dove gli sposi sono chiamati a partecipare all'opera creatrice di Dio, coniugando eros con agape. L'amore sponsale è un dono fatto perché fiorisca nel dinamismo che abilita a diventare genitori e educatori. Assistiamo a fenomeni contrastanti, quali il relativismo ed il soggettivismo, di fronte ai quali le varie agenzie educative devono creare azioni convergenti, perché il vero problema dei giovani sono gli adulti che non li aiutano a formare il senso critico, a dialogare, a farsi un'idea della politica, ad amare, ad essere liberi. Ci è stato rivolto l'invito ad esercitare l'arte del discernimento cristiano (ognuno ha la sua famiglia, la sua storia e lo Spirito Santo agisce in lui) ed a porsi di fronte ai figli con fiducia, realismo e coraggio, aprendoci anche alle varie forme di accoglienza per testimoniare concretamente che i figli "non sono nostri" ma dell'intera famiglia umana.

Nell'insieme l'esperienza del Convegno si è rivelata, per la maggior parte dei presenti, come molto positiva, davvero una preziosa opportunità. Qualcuno l'ha definita "un dono"! Come al solito si tratterà ora di "dare gambe" alle parole ascoltate e condivise, affinché giungano dentro le concrete situazioni di vita e di proposta educativa e possano diventare sostegno e opportunità per quanti credono nella difficile e splendida avventura dell'educarsi e dell'educare. Con una certezza: "Credere, amare, sperare: le virtù teologali possono diventare veramente l'anima della missione educativa della famiglia".

Annalisa e Antonio Da Ros







 
 
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