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Scuole dell'infanzia, la rabbia sale

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pubblicato luned́ 27 giugno 2011



Sono sempre più preoccupati e disillusi i rappresentanti delle scuole dell'infanzia trevigiane.

Se ne è avuta conferma all'assemblea provinciale dei presidenti delle scuole paritarie Fism, tenutasi lunedì 20 a Treviso con la partecipazione dei vescovi di Treviso monsignor Gianfranco Agostino Gardin e di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo.

Nel contesto di una catena di richieste, sollecitazioni, promesse e impegni che si prolunga da anni, infatti, la valutazione della situazione dei contributi pubblici alle scuole dell'infanzia paritarie si conferma negativa, con scarse speranze di riscontri favorevoli.

Lunedì l'attenzione si è concentrata sui contributi statali. Il presidente della Fism provinciale Giancarlo Frare ha informato l'assemblea che il segretario nazionale Fism Morgano sollecita un'azione forte sull'argomento.

«L'obiettivo - spiega Frare - è di avere garantiti i finanziamenti statali che, tra una manovra e l'altra, di fatto sono decurtati di oltre il 50%. Se non otterremo la garanzia della copertura finanziaria dei 245 milioni di euro, un buon numero di scuole dell'infanzia sarà costretto a chiudere alla fine dell'anno scolastico prossimo. Abbiamo rilevato che ben 15 sezioni saranno soppresse nelle scuole d'infanzia trevigiane, non per una riduzione di nascite ma per le crescenti difficoltà economiche da parte delle famiglie che non riescono a sostenere la quota di frequenza».

Ma il contributo statale non solo è sceso da 543 a 245 milioni, ma di fatto non è affatto certo, in quanto l'assegnazione è collegata alle entrate dello Stato in seguito alla vendita delle frequenze televisive, che non sta certo procedendo secondo le aspettative.

Entrambi i vescovi hanno espresso preoccupazione e condivisione. Mons. Gardin ha segnalato la fatica, manifestata da parte dei parroci, di proseguire l'attività educativa svolta dalle scuole materne.

Monsignor Pizziolo ha auspicato che non si debba arrivare alla chiusura delle scuole paritarie, ma le parrocchie non possono farsi carico ulteriormente di costi difficilmente gestibili. Chiede quindi di sensibilizzare la comunità e sostenere la partecipazione delle famiglie in questi momenti di mobilitazione unitamente al coinvolgimento delle insegnanti che insieme dovrebbero essere in prima linea e far sentire la loro voce.

Le scuole dell'infanzia paritarie, quindi, spesso con situazioni finanziarie critiche che si protraggono da tempo, sono intenzionate a non attendere ancora molto.

A livello nazionale è prevista ora una campagna per l'invio delle cartoline, firmate dai genitori dei bambini frequentanti, ai ministeri del Tesoro e dell'Istruzione e al presidente del Consiglio.

Se non ci sarà alcun segnale positivo, la mobilitazione potrebbe proseguire il coinvolgimento dei genitori, dei dipendenti.

A settembre, alla riapertura delle scuole, verrà fatta una sensibilizzazione diffusa in tutta la provincia, cui potrebbe seguire, a ottobre, la mobilitazione delle migliaia di genitori degli alunni con una grande manifestazione pubblica. E se a livello regionale la situazione non sarà migliorata e se entro ottobre non ci saranno risultati, viene messa in calendario anche la possibilità di una sospensione dell'attività scolastica a novembre.

Franco Pozzebon

 

 

(da L'Azione, n. 28 del 26/6/2011)




 
 
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