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pubblicato giovedì 18 dicembre 2008
Ogni volta che c'è una manifestazione o uno sciopero per i più svariati problemi scolastici, sentiamo o leggiamo che alcuni studenti e professori affermano che il governo destina pochi soldi alla scuola statale perché deve finanziare le scuole non statali, in particolare quelle cattoliche.
Il vescovo mons. Alessandro Maggiolini, grande esperto sulla realtà della scuola, purtroppo deceduto da alcune settimane, ha voluto chiarire le cose su queste dicerie, quantificando quanto spende lo Stato per ogni alunno delle scuole statali e per ogni alunno delle scuole non statali, ricordando che con la parità scolastica, le scuole non statali sono riconosciute scuole pubbliche a tutti gli effetti, compresa la validità dei diplomi scolastici rilasciati.
Lo Stato, per ogni allievo che frequenta la "sua" scuola dell'infanzia (Scuola Materna), spende annualmente la somma di € 6.116. Per un alunno della stessa scuola non statale dà un contributo di € 584.
Per ogni alunno della Scuola Primaria (Scuola Elementare) statale lo Stato spende la somma di € 7.688, mentre per ogni alunno delle scuole non statali e di pari grado dà un contributo di € 866.
Un alunno della sua Scuola Media allo Stato costa annualmente € 7.582 e per alunno delle Scuole Superiori (Licei, Istituti Tecnici, ecc.) spende € 8.108, mentre per un alunno della Scuola Media non statale dà un contributo di € 106 e per uno delle Superiori non statali il contributo dello Stato è di € 51. Lo Stato quindi risparmia ogni anno per ogni alunno che frequenta le scuole non statali:
Conoscendo quanti sono gli alunni di ogni grado che frequentano le scuole non statali è facile tirare la conclusione che lo Stato ogni anno scolastico, grazie alle scuole cattoliche e non statali, risparmia la bella cifra di:
Ogni anno quindi lo Stato, grazie alle scuole non statali, ha un risparmio complessivo di € 6.245 milioni.
Chi paga la differenza? Le famiglie degli alunni delle scuole non statali, che già pagano le tasse allo Stato come tutti gli altri cittadini e quindi pagano un servizio che non ricevono.
Ognuno dovrebbe tirare le sue conclusioni! Ma soprattutto sarebbe importante che almeno i cittadini si svegliassero!
(da La Settimana, settimanale di informazione della diocesi di Adria-Rovigo, n. 49 del 21/12/2008, per gentile concessione)