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pubblicato mercoledì 5 aprile 2017
Quasi 500 persone all’incontro con il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e il vescovo Corrado sull’enciclica
“Ecologia, coltivazione e cura del creato”: questo il titolo dell’incontro che sabato scorso, nell’aula magna del Seminario di Vittorio Veneto, ha visto partecipare quasi 500 persone. Gli organizzatori – L’Azione e Slow Food – hanno voluto proporre al numeroso pubblico un’occasione di approfondimento dell’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, ponendo in dialogo il vescovo Corrado Pizziolo e Carlo Petrini, fondatore del movimento internazionale di Slow Food.
Dopo i saluti iniziali degli organizzatori – L’Azione e Slow Food –, del sindaco di Vittorio Veneto e di Cna e Coldiretti, la parola è stata data a don Andrea Forest, che in poche ma incisive battute ha illustrato alcuni passi compiuti dalla pastorale sociale e del lavoro della diocesi, al fine di concretizzare alcune delle indicazioni della “Laudato si’”: uno per tutti, la riflessione sugli “stili di vita”.
Successivamente il vescovo Pizziolo ha proposto una sintesi dell’enciclica, enunciandone i temi principali: una sorta di “lectio magistralis” sul messaggio che il Papa ha voluto trasmettere con questo straordinario documento. Partendo dalla provocazione di papa Francesco: «Quale mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini?», il Vescovo si è soffermato sul concetto – più volte espresso nell’enciclica – di “ecologia integrale”. Pizziolo ha messo in evidenza come san Francesco sia l’esempio per eccellenza di questa “ecologia integrale”, in cui trovano equilibrio e sintesi l’amore per il creato e per l’uomo, e sia divenuto ance simbolo del positivo contributo delle religioni per vivere in modo più responsabile. Secondo la tradizione ebraico-cristiana, ad esempio, il creato è un dono del Creatore che esige una grande cura da parte dell’uomo, che non è il dominatore o padrone ma il custode del creato. Pizziolo ha ricordato – come molto chiaramente indica papa Francesco – la necessità di una presa di coscienza individuale del problema ecologico, ricercando “motivazioni più alte” rispetto alla paura in un futuro catastrofico: il rispetto dell’ambiente si fa via via più necessario prima di tutto per la solidarietà e per la carità verso i più deboli. In terzo luogo, il Vescovo si è soffermato sul delicato rapporto tra natura e cultura: dall’enciclica di papa Francesco emerge un appello per una “ecologia umana”. Infatti, è sempre più necessario comprendere che il vero rispetto dell’ambiente – e dunque la vera ecologia – ha a cuore anche l’uomo, perché l’autentico rispetto del creato è necessariamente anche rispetto dell’uomo: uomo e natura o si salvano insieme o insieme si perdono.
Nella seconda parte dell’incontro Carlo Petrini ha esordito con una provocazione, chiedendo di alzare la mano a quanti avessero già letto integralmente la “Laudato si’”. Tra il pubblico si sono alzate ben poche mani. «Lo sapevo – ha detto Petrini – e me lo aspettavo: succede sempre così! Ma come è possibile? Questo è un documento indirizzato a tutti... è un documento storico!». Sì, un documento storico in cui il Papa, capo spirituale della Chiesa cattolica, non si rivolge solo ai suoi ma a tutti gli uomini e donne di buona volontà, credenti e non.
Nel secondo passaggio della sua proposta, facendo eco alle parole del Vescovo, Petrini ha detto: «Non dobbiamo confondere l’apprensione con la paura».
Ricordando la conferenza di Parigi sul clima del 2015, ha ribadito: «Abbiamo vent’anni di fallimenti alle spalle! E qui ormai sta saltando tutto». Pertanto – facendo esplicito riferimento al capitolo quinto della “Laudato si’” – Petrini ha fatto appello alla responsabilità dei politici, che devono avere uno sguardo ampio e devono saper decidere, e alla responsabilità di tutta la popolazione: «Non è vero che siete ininfluenti: voi siete influenti con le vostre partiche individuali e con i vostri stili di vita». Questa possibilità di incidere e di cambiare la situazione – secondo Petrini – deve divenire motivo di gioia, «perché possiamo sperare in una nuova umanità e in un nuovo futuro».
Il terzo passaggio si è concentrato sul tema dell’economia, che con grande coraggio papa Francesco smaschera: già nella “Evangelii Gaudium” il Papa mette in discussione il valore assoluto del mercato che ha portato alla mercificazione della vita umana, trattandola come un prodotto qualsiasi. «Questa economia uccide»: ha ribadito Petrini facendo eco alle parole di papa Francesco e chiamando in causa la questione dei migranti, tra i nuovi “scarti” della società di oggi. «La situazione in cui ci troviamo – ha spiegato il fondatore di Slow Food – è difficile: ci vogliono persone che sappiano creare dialogo, stemperare le tensioni, vincere gli antagonismi». Solo così si riuscirà a trovare forme di mediazione per rispondere sia alle necessità legittime dei nostri cittadini che stanno male, a causa della crisi economica, sia a quelle dei migranti, che cercano la salvezza nelle nostre terre. «Senza dimenticarci – ha ribadito – che siamo stati anche noi emigranti»: dal 1884 al 1934, 20 milioni di italiani hanno cercato fortuna all’estero.
Come uscire da questa situazione, allora? Evitando gli sprechi e soprattutto di cibo; salvaguardando con la massima attenzione la biodiversità, diminuita drasticamente nel corso dell’ultimo secolo; non avvelenando il terreno con la chimica. Petrini ha puntualizzato che non basta un’agricoltura che si limiti al rispetto delle leggi, perché molte permettono ancora di usare sostanze chimiche dannose: bisogna acquisire una visione più etica dell’agricoltura, che sappia rigenerare la terra, “disintossicandola” dall’eccesso di fitofarmaci.
Messaggi forti, dunque, quelli proposti dall’incontro di sabato scorso, rivolti ad una platea attenta ma anche un po’ presa in contropiede: sia dalla portata storica dell’enciclica di papa Francesco, sia dalla inattesa convergenza di pensiero di un papa, un vescovo e un agnostico – tale si definisce Petrini, figlio di un ferroviere socialista – sui temi dell’ecologia. Uscendo dalla conferenza, in molti si sono sentiti interpellati a prendere in mano e a leggere la Laudato si’ e a rivedere con più responsabilità – e radicalità – i propri stili di vita.
Da L’Azione del 5 marzo 2017
Nel sito del settimanale si possono visionare i video dell'incontro.