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Elezioni: importante è partecipare

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pubblicato venerdì 24 maggio 2024



Nota congiunta della Commissione Diocesana per la Pastorale Sociale e del Comitato organizzatore delle Settimane Sociali Diocesane in vista delle elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno 2024.

 

L’appuntamento delle elezioni europee, come quello delle elezioni amministrative che interessa diversi Comuni del nostro territorio, rappresenta un momento forte della vita democratica del nostro Paese: è data a tutti, infatti, la possibilità di rendersi protagonisti nel determinare i rappresentanti del popolo nelle istituzioni. Desideriamo quindi offrire alcuni spunti che riteniamo utili perché ciascuno possa approfondire la propria riflessione.

1. La politica come espressione della carità e l’opportunità dell’impegno dei cristiani

Così scrive papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti: «Davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato, ricordo che la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. […] Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità» (nn. 178, 180).

È perciò importante che i cristiani si sentano chiamati a vivere, anche in prima persona, l’impegno politico per il bene comune: in tal modo essi esprimono la propria partecipazione nella crescita della società e possono portare in essa la bellezza e la virtù del Vangelo. Proprio questa testimonianza di fede, pur nel rispetto della laicità delle istituzioni democratiche, potrà dare qualità e profondità tanto alle relazioni sociali, quanto alle scelte politiche ed economiche.

2. La giustizia come criterio fondamentale: dal “no” alla guerra e ai nazionalismi, alla cura per la casa comune; dalla tutela del valore della vita, alla lotta contro ogni discriminazione

Alla luce del Vangelo e dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa, emergono alcuni valori irrinunciabili di cui tenere conto, proprio nell’ottica della promozione umana e della costruzione di una società davvero fraterna e attenta agli “ultimi” e agli “scartati”.

Nel contesto geopolitico attuale, un chiaro “no” alla guerra e, a monte, alla produzione e all’uso delle armi è certamente un obiettivo importante da perseguire, nella convinzione che debba essere percorsa instancabilmente la via della mediazione, specialmente diplomatica, quale strumento primario per la risoluzione dei conflitti.

In secondo luogo, non soltanto le guerre in corso, in cui le singole nazioni europee sono in qualche modo coinvolte, ma anche varie forme di populismo sembrano oggi compromettere il volto stesso dell’Unione Europea e la sua unità, con derive verso nazionalismi preoccupanti per la stessa democrazia: anche in questo caso è necessario un voto per il futuro dell’Europa, che garantisca quella coesione che trascende i particolarismi.

Primaria è inoltre l’urgenza di investire sulla ricerca di nuovi percorsi scientifici, economici e sociali per custodire la nostra “casa comune”, cioè il creato con tutte le sue interconnessioni: fenomeni come il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale, lo spreco e il depauperamento delle risorse del Pianeta rappresentano oggi degli ambiti sensibili in cui anche il credente ha un pensiero da portare e un’azione da proporre (cfr. enciclica Laudato Si’ di papa Francesco), a partire dalla riscoperta del valore della sobrietà. Rinnovare i propri stili di vita e di consumo non è perciò soltanto una scelta virtuosa delle singole persone, ma anche un impegno imprescindibile di tutti per attuare una vera “transizione ecologica”.

Pure la tutela della vita umana, dal concepimento alla morte, deve oggi ritornare ad essere ribadita come priorità a fronte di una costante riduzione dell’essere umano a oggetto, tanto più in una cultura come la nostra in cui il preoccupante calo demografico si coniuga anche con ragioni e scelte di carattere individualistico, insieme alla mancanza di adeguate politiche di sostegno alle famiglie. Del resto, una società che non incoraggia e non promuove la vita è condannata alla sua decadenza. A questo proposito, la recente discussione sull’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea offre l’occasione per riflettere sul rapporto e sull’apporto dell’etica cristiana rispetto a temi così cruciali e rilevanti.

Allo stesso tempo, occorre che la vita e la dignità umana siano tutelate anche a fronte di soprusi che oggi ancora molte persone patiscono: come ad esempio nel mondo del lavoro – tuttora segnato da forme di ingiustizia e sfruttamento –, oppure nell’ambito dell’immigrazione – dove non di rado percorsi umilianti e lungaggini amministrative lasciano le persone nell’indeterminatezza per lunghi periodi –, oppure negli ambiti della vita sociale in cui permangono lo stigma e la discriminazione a causa dell’identità di genere o dell’appartenenza etnica.

3. L’unità europea come valore da difendere e promuovere

Le sfide e le priorità che oggi ci attendono sono impensabili da affrontare se non nel contesto di un’Europa davvero unita. Il sogno europeo, avviato grazie a tre politici di formazione cattolica – Robert Schuman per la Francia, Konrad Adenauer per la Germania dell’Ovest, Alcide De Gasperi per l’Italia – che nel secondo dopoguerra immaginarono un’Europa capace di unire le forze, è tuttora un progetto non ancora pienamente attuato. Certamente negli anni sono stati compiuti importanti passi avanti, ma spesso l’Unione Europea con le sue istituzioni è ancora percepita come “lontana”, se non addirittura ostile. Chiaramente non tutto è giustificabile e tutto è perfettibile, tuttavia la potenzialità di un’Europa unita supera le sue criticità, come dimostrano i lunghi decenni di pace e di coesione che i Paesi europei hanno vissuto.

È doveroso quindi ricordare e ribadire le motivazioni che hanno generato un’Europa unita, a partire da quei principi che Robert Schuman affermò quasi in modo profetico nella sua nota Dichiarazione del 9 maggio 1950: «Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. […] L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto». Proprio questa “solidarietà di fatto”, antitesi a spinte nazionaliste o a lobbismi di varia natura, ha bisogno di essere oggi riaffermata perché la fraternità europea si realizzi e cresca.

4. La partecipazione nell’impegno quotidiano e la partecipazione al voto

Sarebbe illusorio pensare che la vita democratica possa costruirsi soltanto nell’esercizio del voto. Come la XXI Settimana Sociale diocesana ha ben messo in evidenza, la crescita della società civile avviene giorno per giorno grazie a un impegno abituale dei cittadini a costruire il bene comune, cioè il bene per tutti e non soltanto per sé stessi. È fondamentale perciò favorire strumenti e luoghi di partecipazione che, in quanto spazi di mediazione e di confronto, possano arricchire il tessuto sociale di quell’etica civile e di quella matura consapevolezza che generano capacità di sguardo sulle potenzialità del presente e rilanciano il futuro con prospettive lungimiranti.

Ci auguriamo, quindi, che il prossimo appuntamento elettorale veda un’ampia partecipazione al voto, smentendo le previsioni di un crescente astensionismo dettato dall’indifferenza. E al contempo auspichiamo che, al di là del singolo evento, cresca l’interesse di tutti per la cura della “cosa pubblica” e l’amore appassionato per il proprio territorio: solo così la democrazia potrà essere valorizzata nei suoi aspetti migliori e attuata attraverso le sue molteplici forme.




 
 
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